Alla deriva nel mare
in tempesta, Yasmina si arenò sulla spiaggia di Torrione il 4
febbraio 2003. Trasportava, con destinazione La Spezia, 224 pesanti coils di acciaio. Non fu facile rimuoverla.
Per settimane si susseguirono i tentativi dei rimorchiatori, mentre veniva
dragato il fondale, prima che si potesse finalmente portarla al largo.
Intanto i palazzi antistanti tremavano a causa delle scosse
determinate dalle forti ondate che si
infrangevano sulla fiancata della nave.
Sorprendeva sempre più, peraltro, il turismo per Yasmina. Ad
ammirare il fenomeno venivano da ogni parte. La meraviglia manifestata
richiamava, seppure nelle dovute
proporzioni, la fantastica scena del Rex
nell’onirico, poetico Amarcord di Federico Fellini. Insomma Yasmina era
diventata occasione di svago, di divertimento.
La stampa non si limitò alla sola cronaca, ma offrì ai
lettori articoli di “colore”, corroborati dalle opinioni di intellettuali,
poeti e scrittori.
All’Università studiosi di varie discipline e politici si
confrontarono sull’ <apparizione> di Yasmina, mentre L’assessore
all’Ambiente Pierangelo Cardalesi dichiarava: “E’ come se fosse caduto un
meteorite. Ne siamo tutti affascinati”.
Il professore universitario Rino Mele, docente di storia del
teatro oltre che insigne critico delle
opere pirandelliane, ebbe la geniale idea di far dipingere la nave arenata
dai più illustri artisti salernitani.
Proprio per dare risalto
all’evento pensai la vignetta che, con
flashback, ripropongo a distanza di undici anni.
Non mancò inoltre l’idea eccentrica di Vittorio Sgarbi con la proposta di lasciare
Yasmina nel mare di Salerno come
un’opera d’arte.