domenica 5 maggio 2019

Non più démodé? Revival del grembiulino della Gelmini...

Proposto  per ritornare in auge 
Il Ministro dell'Interno lo vuole  obbligatorio a scuola


                                                                                                                                                                                                                                                                               AMABILE


venerdì 3 maggio 2019

L'IMMENSA GRANDEZZA DI LEONARDO

Mentre si celebrano i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci  piace  rilanciare  un'immagine  del Genio che pubblicai il 31 marzo 2012  nell'occasione della presentazione a Roma de "L'autoritratto di Leonardo. Tecnologia e tutela per un'opera unica al mondo".

All'epoca, nella relativa vignetta, c'era il titolo  LE DUE FACCE DELLA MARGHERITA, perchè mentre divampava sempre più clamoroso lo scandalo dell'ex "Margherita", per le appropriazioni milionarie dell'ex tesoriere Lusi, l'altra faccia  della medaglia era rappresentata dal momento magico del senatore Alfonso Andria, pure ex della "Margherita", nella sua qualità di presidente del Centro Universitario Europeo per i  Beni Culturali



mercoledì 1 maggio 2019

RICORDANDO VITO TELESE SCOMPARSO IL 30 APRILE

Due le grandi passioni di Vito Telese, prof di diritto in pensione, la musica e il latino, con le strabilianti traduzioni  “in latinam linguam” delle più belle canzoni napoletane, in primis l’immortale ‘O sole mio di Giovanni Capurro e Eduardo Di Capua
Latinisti insigni gli  hanno espresso  ammirazione e ogni incoraggiamento.
Il chiarissimo professor Riccardo Avallone, gli scrisse: “Ho letto con attenzione e viva ammirazione la Sua traduzione latina delle più celebri canzoni napoletane. La Sua è una traduzione sempre meditata,  aderente, fluida, sfavillante, ritmica: Lei è un benemerito sia del Dialetto napoletano sia della Lingua latina! Continui in queste traduzioni: renderà un grande servigio al Dialetto napoletano e alla Lingua latina, viva più che mai e pronta a far sue tutte le voci”.
Il Grand’Ufficiale Mario Pinto,  ispettore centrale del ministero dell’Istruzione, gli scrisse: “Ho letto con ammirazione e con diletto crescenti la silloge di traduzione in latino delle più celebri canzoni napoletane. Se non è facile impresa rendere in latino, con quella felicità di scelte lessicali  e di combinazioni ritmiche che si riscontrano nel Suo lavoro, componimenti quali le più celebri canzoni napoletane (nate, insieme, dalla fantasia e dal sentimento),  impresa più difficile ancora è quella di rendere in una lingua  severa e razionale, quale è il latino,  la varietà e la complessa espressività di un dialetto come il napoletano. Ma in questo difficile compito Lei è felicemente riuscito, e perciò me  ne congratulo con convinta ammirazione”.
Da Pau  Geneviève Immè, latinista francese che aveva tradotto in latino “Santa Lucia luntana” gli scrisse: “Cher Ami, J’admire l’aisance avec laquelle vous rendez en latin ces chansons: Dèjà cette invention  de “Funitrahì, funitrahà” est une trouvaile merveilleuse. Cela m’aurait  semel intraduisible, et vous avez eu là une idèe de gènie”.
Alle “Napolitanae Cantiones” di Vito Telese la stampa ha riservato  lusinghieri giudizi.
“Ma chi l’ha detto che  il latino è una lingua morta? –osservò Gabriele Bojano del ‘Corriere del Mezzogiorno’- E’ talmente viva, invece, che si è messa a cantare a squarciagola le canzoni classiche napoletane. ‘Comme facette mammeta?’  si è trasformata così in ‘Ut fecit  mater tua’, mentre ‘I te vurria vasà’, risciacquata nell’idioma di Lucrezio,  suona più o meno ‘velim te basiare’. Per non parlare poi del capolavoro di Capurro-Di Capua ‘O sole mio’ che, vocabolario alla mano,  diventa ‘Meus sol’.
Per il professor Franco Bruno Vitolo, del periodico “Il Castello”,  “E’ un gioco. Anzi, un esercizio mentale. Anzi un nobile recupero culturale. Anzi una goduria,  Certo non è di tutti  tradurre in latino ventidue canzoni napoletane tra le più popolari, conservando toni,  cadenze e accentazione, e cantarle. Lo ha fatto Vito Telese,  professore di diritto in pensione con l’hobby della musica, che con le sue canzoni in  ‘napolatino’ riscuote da tempo sorrisi e successi”.
Per Erminia Pellecchia del quotidiano “Il Mattino”, “Vito Telese –prof e giornalista in pensione-  si è messo all’opera per tradurre, conservandone integro  il ritmo e la sonorità, i testi più amati del ricco canzoniere napoletano. La voce è bella, intonata e gradevole, il brio non manca, l’eleganza è innata. Così da docente e astro delle pagine sportive, Vito Telese si è trasformato in menestrello per la gioia dei vip salernitani e non solo. Pronti come i fratelli senatore Alfonso e Pasquale Andria (presidente del Tribunale dei minorenni).
Che  diceva di se stesso il buon Vito? “Ho preso due  piccioni con una fava mettendo insieme due mie grandi passioni, la musica e il latino. Operazione  piaciuta tanto da essere  costretto a ‘subire’ le richieste di amici e conoscenti per recital porta a porta, tra salotti e club privati, ovviamente nella lingua dei classici”.
E tra le “Napolitanae Cantiones” non mancava neppure ‘Sum insànus, sum insànus, foras ite de domo mea!…’: ‘Je so’ pazzo, je so’ pazzo, ascite fora da casa mia!’ di Pino Daniele...



'O sole mio   in latino