5 marzo 1982, baffo anzi baffone d'epoca
DOSSIER SUD
Partiamo da una questione non
immediatamente locale: dal 1976 il PCI nel Mezzogiorno continua ad arretrare.
Deficienze soggettive, incapacità a cogliere ciò che di ‘nuovo’ emerge della
realtà meridionale?
DE LUCA
Il dopo ’76 offre il quadro di un
complessivo arretramento, spesso pesante del PCI nel Mezzogiorno, nel quale si
collocano anche i risultati del PCI a Salerno. Non si tratta di una parentesi.
E’ un qudro che per la sua gravità e uniformità ci pone problemi generali e di
fondo. Le cause di questo arretramento sono complesse. Credo sia mancat, da
parte nostra, una risposta politica conseguente alla grande e contraddittoria
spinta che registrammo negli anni settanta. Si trattava di una domanda di
trasformazione profonda, di cambiamento reale
e visibile. Le scelte dell’intesa, della solidarietà nazionale non solo ci
hanno portato a settarismo istituzionalista, all’annacquamento dei contenuti
sociali della nostra proposta,
all’accettaqzione di compatibilità e ‘oggettività’ che hanno introdotto
contraddizioni via via più laceranti nel nostro fronte, all’offuscamento dei
caratteri dello scontro politico e di classe degli avversari da battere; ma
hanno prodotto un guasto più profondo nel rapporto fra partito e masse., fra
politica istituzionale e lotta sociale, fra scelte di linea, partecipazione e
consenso. Siamo apparsi talora come il partitp dell’arroganza, del potere senza
potere. In qualche modo ha prevalso -in quel nostro tentativo fatto comunque
con grande senso di responsabilità nazionale-
la politica del monoteismo, nei suoi tempi e nelle sue forme. A prevalso cioè
la politica come fatto neutrale, come mediazione e mediabilità di tutti i
conflitti.
Oltre a questo, ha pesato in questi
anni, l’offuscarsi del nostro meridionalismo, un ritardo nostro di analisi sui
nuovi processi intervenuti nel Sud, il trasformarsi della questione meridionale
essenzialmente in questione urbana. Ha pesato poi la crisi economica che ci ha
scavato sotto, spingendo grandi masse meridionali a ri cercare -giustamente-
risultati visibili e immediati.
C’è tutto questo anche dietro
l’arretramento nostro a Salerno. E ci sono poblemi del prtito meridionale, il
suo scarso radicamento in aree socili decisive, la sua difficoltà a cogliere
quanto di nuovo si muove anche negli assetti produttivi., a darsi e a rendere
credibile un progetto che aggreghi, mobiliti en paghi; che sciolga in avanti il
rapporto con le autonomie sociali e con le spinte alla ‘corporativizzazione’ e
all frantumazione.
Siamo impegnati a discutere a fondo,
con rigore, su questo. E siamo imegnati, soprattutto, sulla base di una
verifica critica, a rilanciare la nostra iniziativa, a colmare
rapidamente e nella pratica i nostri vuoti e ritardi...
DOSSIER SUD
Vuoti
e ritardi che hanno consentito, tutto sommato, la ‘tenuta’ del sistema di poter
(continua)
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