L' incontrai a casa sua, sotto i portici, vicino al cinema Metelliano. Aveva davvero una serie sterminata di dischi con canzoni e motivi del tempo. Viveva con la mamma, signora giovane distinta e affabile. E ricordo gran parte di ciò che vidi e ascoltai: Non mi dire chi sei, Il nostro concerto, Arrivederci, Folle banderuola, Il cielo in una stanza, Senza fine, Guarda che luna, Volare ecc. ecc.
Alto, robusto, capelli rossi e vivacissimo, Adolfo era l'immagine dell'allegria e scherzava con tutti, anche con "don Matteo " il Prof. di diritto ed economia che una volta però, arrabbiatissimo, fece volare il registro di classe.
Adolfo non s'iscrisse all'università e non ci sarebbe stata altra occasione per incontrarlo.
* * *
Purtroppo seppi di lui quando su un giornale mi capitò di leggere questa notizia strabiliante:
Nella casa del morto 500mila euro. " Alla sua morte a Cava dei Tirreni il pensionato delle Poste Adolfo (..........) aveva lasciato la sua casa ai frati francescani, e i milioni di lire depositati in banca a un veterinario perché aiutasse gli animali. La morte si verificò nel febbraio 2003 ed il testamento ebbe regolare esecuzione. I francescani vendettero la casa per riparare una chiesa, il veterinario aprì una fondazione. Poi la sorpresa: durante lo sgombero della casa saltano fuori buoni postali del valore di 500mila euro. Li vorrebbero i frati («casa e contenuto erano nostri»), ma un parente non ci sta: «Nel testamento non si parla di quei soldi, e quindi sono dell'unico legittimo erede».
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